Nucleare a Caorso

CAORSO SEMPRE PIU’ INSISTENTEMENTE VIENE INDICATO COME “SITO IDEALE” PER LA COSTRUZIONE DI UNA NUOVA CENTRALE NUCLEARE.

NO ALLA CENTRALE A CAORSO! NO ALLA CENTRALE SUL PO! NO ALLE CENTRALI IN ITALIA!NO AL NUCLEARE, UNA VOLTA PER TUTTE!

La vecchia centrale si trova in un corto circuito tra chi vuole completarne lo smantellamento, chi cerca di riavviarla e chi invece preferisce ricostruire da zero. Ma è fuori da ogni dubbio che il piano di ritorno al nucleare del governo sia destinato a far tappa in riva al Po.

In cima alla lista delle preferenze dei francesi Edf (Électricité de France), partner di Enel nella costruzione dei reattori EPR c’è proprio Caorso. E anche la presidente di Confindutria, Emma Marcegaglia, ospite degli industriali di Piacenza ha risposto sulla possibilità di rimettere in attività la centrale nucleare di Corso: “Andare a produrre energia nucleare là dove ci sono già le centrali è certamente una scelta più veloce”. L’ ad di Ansaldo Claudio Gemme sogna che Caorso torni in attività. I resti del più grande impianto nucleare in Italia fanno gola anche agli americani della General Electric, quelli che negli anni settanta realizzarono progetti e brevetti utilizzati dalla Ansaldo nucleare nella costruzione della centrale. Trent’anni dopo si ripresentano, come se nulla fosse, con la folle idea di riavviare Caorso recuperando e ammodernando le strutture esistenti. Secondo i loro studi, con due anni di lavoro la centrale sarebbe ripristinata utilizzando una tecnologia vecchia, ma ancora presente in 40 centrali nel mondo e con costi molto più bassi: 2 miliardi contro i 4, 4,5 di Enel e Edf.

A voler allungare le mani su Caorso ci sono anche i tedeschi della E. On che, insieme a un altro colosso francese, Gdf-Suez, sono pronti a dar vita a una cordata alternativa per la realizzazione dei nuovi impianti nucleari in Italia. A differenza dei concorrenti Enel e Edf, sarebbero disposti ad aprire il consorzio alla partecipazione delle utility locali. Uno scenario sperato dalla bolognese Hera e da Iren (gruppo nato dalla fusione di Enia con la ligure-piemontese Iride). Per le ex municipalizzate, oggi quotate in borsa, è impensabile non poter essere tra coloro che domani produrranno energia dall’atomo. Rimane molto ambigua la posizione del sindaco Fabio Callori (Pdl ) che in un primo momento annunciava battaglia, poi in un intervista a Repubblica dichiara “Ma la nostra posizione è chiara: il mio Comune non è disposto a un futuro atomico fino a quando non chiuderà con il passato”. (Il passato a cui si riferisce sono le mancate compensazioni…) per poi confermare la volontà di costruire una centrale nucleare a fianco di quella vecchia, certo… lo spazio a ridosso dell’argine non manca, ma “sarà fondamentale il gradimento dei miei concittadini. Quarant’anni a fianco della centrale non li ha resi né favorevoli, né contrari” .

Eppure tra i caorsani il collegamento tra la presenza di Arturo (nomignolo del reattore) e l’aumento delle malattie tumorali emerge spesso, collegamento ipotizzato anche dall’Ordine dei Medici di Piacenza. Secondo i dati Ausl per 9 anni vi è stato un aumento di tumori rispetto alla media provinciale. L’Arpa rileva tracce di cobalto nel fondale del canale di scarico della centrale, Cesio 137 e Iodio 131. Tracce che, secondo il direttore dell’Arpa Sandro Fabbri, sono al di sotto dei livelli di legge. La pesante eredità della passata stagione nucleare oltre ai danni alla popolazione e all’ambiente è stivata nei magazzini : 8700 fusti di scorie (pari a 1.500 tonnellate)! Le ultime barre di combustibile nucleare sono partite alla fine di giugno per la Francia, dove verranno recuperati uranio e plutonio, ma ciò che resterà delle barre, ovvero altri rifiuti radioattivi, ritornerà in Italia nel 2025.

OGGI COME IERI
Gli interessi e gli affari legati ai progetti nucleari in Italia sono incompatibili con le nostre esigenze di vita!

OGGI COME IERI
Istituzioni varie, industriali, partiti politici studiano il programma di rilancio dell’energia atomica in modo che i vantaggi che essa può apportare fungano da contrappeso ai rischi che comporta la sua messa in opera. I rischi vengono compensati economicamente (tramite riduzioni delle tasse e finanziamenti ai comuni).

OGGI COME IERI

Gli effetti nocivi delle radiazioni sono occultati nel concetto di “soglia” cioè la dose massima di radioattività ammissibile per cui i rischi per la salute umana (tumori, leucemie, danni genetici) si ritengono compatibili coi benefici economici.
I rischi e gli effetti disastrosi che provocano le centrali nucleari e la radioattività sono sotto gli occhi di tutti!! La nostra salute, il nostro territorio devono essere denuclearizzati, basta dosi di radiazioni, basta centrali, basta affari sulla nostra pelle!!

NOI VOGLIAMO IL RISCHIO ZERO!
IL RISCHIO ZERO ESISTE:
Basta non costruire centrali nucleari!

Questo testo è anche impaginato per la stampa.
Scarica il pdf