Mobilitiamoci subito!

Pochi giorni fa la corte costituzionale ha bocciato le normative regionali di Campania, Puglia e Basilicata che vietavano la costruzione di installazioni nucleari sui loro territori.
Il governo vuole costruire le nuove centrali ad ogni costo, e diviene chiaro come il tanto propagandato consenso dei vari territori sia un subdolo inganno che fa parte di un programma ben stabilito. Ovviamente era comunque stupido pensare che una semplice legge di qualche regione possa fermare un piano di ritorno al nucleare cosi importante per gli equilibri economici e militari dello stato italiano. Ancora una volta, se non volete il nucleare e credete che questo si possa evitare impugnando leggi e votando chi si dice contrario alla costruzione di nuove centrali in campagna elettorale, potreste rimanerne delusi e con un bell’impianto magari a pochi chilometri da casa vostra (anche se pensiamo a come si possa dormire tranquilli sapendo che esiste una centrale anche lontana qualche centinaio di chilometri!).
Il governo sta tastando il terreno per capire quali possano essere i siti idonei alla costruzione di nuove centrali non solo dal punto di vista tecnico ma sta cercando di capire quali possano essere i siti idonei tecnicamente e senza una grossa opposizione popolare pronta a contrastarlo.
Diventa quindi indispensabile mobilitarsi immediatamente ogni volta che viene nominato un nuovo sito. Se è vero che la battaglia contro il nucleare sarà alla lunga una battaglia a livello nazionale  non dobbiamo dimenticarci  che ogni opposizione a livello locale può costituire un grosso intoppo a questo progetto omicida. Non dimentichiamo gli esempi della Val di Susa, di Scanzano e di tutti quei luoghi dove la gente si è schierata in prima persona per impedire opere distruttive e dannose. Questo è l’unico mezzo che abbiamo per contrastare il ritorno al nucleare in Italia.
Un esempio di questo tipo l’abbiamo avuto a San Benedetto del Tronto dove il 17 aprile scorso, una manifestazione molto partecipata a percorso le strade della cittadina marchigiana per dire no alla possibilità di una centrale nella zona Sentina, una delle ultime zone umide per la migrazione dell’avifauna, presente tra la foce del Po e il Gargano ed  uno dei rarissimi tratti di spiaggia sabbiosa con retroterra non edificato di tutto l’Adriatico.
Dopo questa mobilitazione il nome della Sentina sembra essere sparito dai possibili siti idonei. Ovviamente i marchigiani sanno che devono comunque stare sempre all’erta ma è stato importante opporsi da subito per far capire che, di giochetti subdoli tra governo e regioni, la gente ne ha piene le tasche.
Solo se ci muoviamo in prima persona, mettendo energia e determinazione in quello in cui crediamo , riusciremo a cambiare le cose.

Abbiamo preparato un poster che riguarda proprio questa necessità di muoversi da subito in qualsiasi luogo sia indicato come possibile sito per la costruzione di nuove centrali.
Potete scaricarlo,  stamparlo e diffonderlo dalla sezione download dove potete trovare anche altri poster.
oppure da qui: Scarica il pdf  per la stampa (circa 48mb)